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ZE&K - Zero Emissions & Kilometers

Tipologia
Progetti regionali
Programma di ricerca
POR-FESR 07/13
Ente finanziatore
Regione Piemonte
Budget
39.950,00
Periodo
10/08/2015 - 31/12/2015
Responsabile
Giuseppe Mandrone

Partecipanti al progetto

Descrizione del progetto

Il progetto ZE&K mira a valutare la fattibilità di unire in una sinergia virtuosa diverse problematiche e risorse del territorio piemontese in un ottica di risparmio energetico e agricoltura sostenibile, nel rispetto delle risorse naturali e del recupero ambientale.

In particolare, l’idea nasce dal fatto che lungo la fascia del Po a sud di Torino esistono circa 25 laghi di cava, ognuno con bacini d’acqua compresi in genere tra i 5 ed i 10 milioni di mc, che nel giro di pochi anni dovranno dismettere la loro attività (alcuni lo hanno già fatto) ed obbligatoriamente intraprendere un’opera di recupero ambientale, particolarmente importante poiché ricadenti all’interno del Parco fluviale del Po - rispettivamente - del Torinese e del Cuneese. Le soluzioni adottate per il recupero sono già numerose, ma il consistente numero di specchi d’acqua lascia ancora aperte svariate possibilità. Il problema fondamentale sta nel fatto che una volta recuperati queste porzioni di territorio verranno restituite alla società civile (intesa come Comuni o Ente Parco), i quali dovranno farsi carico della loro manutenzione e salvaguardia. Esistono già, purtroppo, casi di laghi recuperati e già quasi abbandonati a causa delle ristrettezze economiche in cui versano gli Enti Pubblici.

D’altra parte, una metropoli come Torino necessita, nel suo comprensorio, di molteplici prodotti agricoli, molti dei quali devono provenire da molto distante, a causa delle richieste non sempre allineate con la dinamiche agricole. Inoltre, un imprenditore agricolo potrebbe avrebbe delle ricadute economiche più interessanti nel produrre primizie a poca distanza da Torino, per poi rivenderle sia al dettaglio che alla grande distribuzione con il cosiddetto bollino “km zero”. Questa tipo di prodotti, che non hanno subito lunghi spostamenti, potrebbero essere inseriti – anche solo in termini di energie risparmiate per il trasporto – nella cosiddetta filiera dell’agricoltura sostenibile, approccio che ad oggi non viene seguito a causa dei prezzi delle energia che rendono l’attività in serra antieconomica, se non per alcune colture di pregio.

L’idea è proprio quella di utilizzare, fin da subito, questi specchi d’acqua come fonte di calore ad emissioni praticamente zero per la climatizzazione delle serre. In pratica, grazie a pompe di calore geotermiche ad alto rendimento sarebbe possibile fornire all’agricoltura calore a buon mercato che permetterebbe la produzione a prezzi sostenibili di primizie a pochi chilometri da Torino. Lo studio sarà mirato principalmente alla comprensione delle reali potenzialità di questo sistema di produzione di calore, alla sua efficienza in termini energetici e alla relativa sostenibilità economica.

Questo tipo di attività assicurerebbe anche il controllo e la manutenzione di questi specchi d’acqua che altrimenti potrebbero rischiare di diventare, nel giro di poco, delle aree abbandonate o peggio degradate, con tutti i rischi connessi ad aree di questo tipo.

Il processo virtuoso che ne risulterebbe porterebbe sostanziali vantaggi soprattutto in termini occupazionali nei settori dell’agricoltura e della produzione di serre, nonché vantaggi indiscussi ai cittadini in termini ambientali e di qualità e controllo del prodotto agricolo.

Ultimo aggiornamento: 14/11/2022 12:48
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